Esistono alcune espressioni che fanno parte del nostro parlare quotidiano e molte di esse hanno origini assai lontane nel tempo.

E’ sempre interessante andare a scoprire da dove provengono alcuni modi di dire che utilizziamo correntemente.

Un modo di dire piuttosto conosciuto ed usato è “Supplizio di Tantalo“: vediamo da cosa deriva e in quale senso viene usato.

Supplizio di Tantalo: significato

Quando si vuole indicare lo stato d’animo di qualcuno che desidera tantissimo una cosa ma non può averla, ci si riferisce spesso al Supplizio di Tantalo.

Il modo di dire affonda le sue radici nella mitologia greca.

Supplizio di Tantalo: origine e spiegazione

Tantalo è un personaggio che appartiene alla mitologia greca.

Egli era il re della Lidia, figlio di Zeus e della ninfa Pluto.

Ciò faceva sì che avesse diritto a partecipare alle mense degli dei.

Un giorno Tantalo invitò ad un banchetto gli dei dell’Olimpo, ma si rese conto di non avere abbastanza cibo da sfamare tutti.

A quel punto, anche per metterne alla prova l’onniscienza, uccise e fece a pezzi il figlio Pelope, lo cucinò e lo portò in tavola per offrirlo ai commensali.

Tutti gli dei si accorsero che stavano per portare alla bocca della carne umana, tranne Demetra, che fuori di sé dal dolore di aver perso la figlia Persefone, assaggiò una parte della spalla di Pelope.

Questo gesto empio causò inevitabilmente l’ira degli dei e, di conseguenza, una tremenda quanto singolare punizione.

Con un fulmine Zeus fece precipitare Tantalo nell’Ade e lo condannò ad una eterna tortura.

Tantalo venne incatenato ad un albero di frutta vicino ad una fonte di acqua fresca.

Ogni volta che lui aveva fame e/o sete e voleva cogliere un frutto oppure abbeverarsi, la frutta e l’acqua si ritraevano impedendogli di farlo.

Tutto ciò per sempre.

Curiosità sul mito di Tantalo

– Il mito di Tantalo venne ripreso dal filosofo Arthur Schopenhauer come simbolo della eterna insoddisfazione della volontà

– anche lo scrittore Primo Levi cita il mito di Tantalo in un passo del suo celebre romanzo Se questo è un uomo. Precisamente egli scrive: “Si sentono i dormienti respirare e russare, qualcuno geme e parla. Molti schioccano le labbra e dimenano le mascelle. Sognano di mangiare (…). È un sogno spietato, chi ha creato il mito di Tantalo doveva conoscerlo”

– Tantalo vine citato anche in un famoso film di John Steinbeck, La valle dell’Eden, conosciuto ed apprezzato anche per la partecipazione del giovane attore James Dean. Nella pellicola infatti, il personaggio di Kate pronuncia questa frase: “chi era quello che non riusciva a bere da un setaccio? Tantalo?”

– in un passo del suo romanzo La montagna incantata, Thomas Mann cita la “tortura di Tantalo”. La signora Stohr, in riferimento al prolungarsi delle indicazioni di cura, pronuncia la seguente frase: “Dio buono si è sempre allo stesso punto, lo sa anche lei. Si fanno due passi avanti e tre indietro…Quando uno ha fatto cinque mesi, arriva il vecchio e gliene rifila altri sei. Ah, è la tortura di Tantalo. Si spinge, si spinge, e quando si crede d’essere in cima…”. E’ evidente che la signora in questione confonde Tantalo con Sisifo e il colto interlocurore Settembrini, con ironia le risponde: “Oh, brava e generosa! Finalmente concede al povero Tantalo un diversivo. Per variare gli fa spingere il famoso pietrone! È un atto di vera bontà!”.